Licenziamento per ingiurie a fini ricattatori al proprio superiore
Nel caso esaminato, i giudici hanno stabilito che sussiste la giusta causa di licenziamento della dipendente che rivolga al superiore gerarchico accuse gravi e infondate con dichiarato intento ricattatorio ed alla presenza di altri dipendenti. Nello specifico, la condotta della lavoratrice è stata ritenuta un’insubordinazione e una minaccia grave, da intendersi quale prospettazione di voler arrecare ad altri un danno ingiusto. Inoltre, in considerazione delle finalità e delle modalità con cui è stata eseguita (si ribadisce, in presenza anche di altri dipendenti), la condotta incresciosa della dipendente è stata considerata di gravità tale da non permettere il proseguimento del rapporto di lavoro, anzi, di interromperlo immediatamente.
(Cassazione, Sentenza n. 1686/2024)
Telepass aziendali in uso ai dipendenti: rilevanza ai fini dei controlli sul lavoro
Dalla sentenza in esame, emerge che il Telepass non è uno strumento di controllo difensivo in senso stretto. Non sarebbe neanche uno strumento “neutro” per quanto riguarda le informazioni che può fornire sugli spostamenti effettuati da un dipendente. Di conseguenza l’utilizzabilità di queste ultime, da parte del datore di lavoro, è soggetta agli obblighi di adeguata informazione preventiva al dipendente (come previsto dallo statuto dei lavoratori).
Così hanno determinato i giudici in relazione al caso di un lavoratore, con mansioni di tecnico trasfertista, che è stato licenziato a seguito di talune mancanze, a lui imputabili, emerse dai dati acquisiti tramite la geolocalizzazione del computer fornitogli in dotazione, nonché del Telepass installato sull’autovettura aziendale utilizzata per lo svolgimento delle proprie funzioni (di cui il dipendente è a conoscenza).
(Cassazione, Ordinanza n. 15391/2024)
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