Sentenze di lavoro

Troppe volte gli stessi errori, licenziamento legittimo per “notevole inadempimento”

Il lavoratore che ripetutamente sbaglia la mansione assegnata è licenziabile. Così ha deliberato la sentenza di Cassazione n. 5614/2023, stabilendo infatti che deve ritenersi legittimo il licenziamento disciplinare inflitto al dipendente laddove l’addebito contestato si sostanzia nell’attribuzione di una pluralità di irregolarità nell’evasione delle pratiche assegnate, dovendosi dare rilievo alla reiterazione di un comportamento, per di più in considerazione del fatto che il prestatore di lavoro è da tempo addetto alla medesima incombenza. Il tutto, per i giudici, sfocia nella rottura della fiducia da parte del datore, pilastro del rapporto di lavoro, tale da minarne la stabilità, anche in virtù di prestazioni future.

(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, sentenza n. 5614/2023)

Lettera di licenziamento per superamento del periodo di comporto

Con ordinanza n. 6336 del 2 marzo 2023, la Corte di Cassazione ha affermato che nel licenziamento per superamento del periodo di comporto il datore non è obbligato a specificare i singoli giorni di assenza, potendosi ritenere sufficienti indicazioni più complessive: evidenziare il superamento del comporto in relazione alla disciplina del CCNL applicato, dando atto del numero totale delle assenze verificatesi in un determinato periodo (fermo restando l’onere, nell’eventuale sede giudiziaria, di allegare e provare, compiutamente, i fatti costitutivi del potere esercitato).

(Corte di Cassazione, ordinanza n. 6336/2023)

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