Prorogata fino al 31 marzo 2020 l’applicazione in via sperimentale del decreto del Ministero delle politiche agricole che aveva reso obbligatoria l’indicazione sull’etichetta dei prodotti lattiero caseari dell’origine della materia prima.
Tale disposizione, che era stata pubblicata per la prima volta sul decreto ministeriale del 9 dicembre 2016, riguarda gli alimenti preimballati a base di latte di origine animale.
L’etichetta deve contenere l’indicazione delle seguenti diciture:
– Paese di mungitura;
– Paese di condizionamento o di trasformazione;
– Paese di origine, qualora le due indicazioni precedenti dovessero coincidere.
Per i prodotti che subiscono trasformazioni in diversi Paesi è necessario indicare anche la loro appartenenza o meno all’Unione Europea mediante le diciture:
– latte di Paesi UE/non UE;
– latte condizionato o trasformato in Paesi UE/non UE.
Ricordiamo che la vendita di alimenti non etichettati in conformità delle disposizioni vigenti è punibile con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 a 9.500 euro.
Sono esclusi dalle disposizioni del decreto gli alimenti che appartengono alle seguenti classi di prodotti:
– prodotti legalmente fabbricati o commercializzati in un altro Stato membro dell’Unione Europea o in un Paese terzo;
– il latte fresco;
– prodotti contenenti latte che non costituiscono prodotto lattiero caseario;
– prodotti che possiedono denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP);
– prodotti venduti sfusi o preincartati nel luogo di vendita su richiesta del consumatore;
– prodotti non destinati al consumatore finale in quanto destinati ad altri soggetti per essere sottoposti ad ulteriori lavorazioni.
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