Instaurazione e gestione del rapporto di lavoro a chiamata

Cos’è il contratto a chiamata

Il contratto di lavoro intermittente detto anche job on call ma meglio conosciuto come “contratto a chiamata” permette alle imprese di beneficiare di prestazioni saltuarie.

Si tratta del contratto, a tempo determinato o indeterminato, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente.

Può essere attivato:

  • nei casi di utilizzo individuati con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con soggetti di età inferiore ai 24 anni di età, purché le prestazioni lavorative siano svolte entro il 25° anno e con soggetti di età superiore ai 55 anni per la generalità dei settori e delle mansioni;

e/o

  • secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi, anche con riferimento alla possibilità di svolgere le prestazioni in periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno. In mancanza di contratto collettivo, i casi di utilizzo del lavoro intermittente sono individuati con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (art. 13).

Ad eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, il contratto di lavoro intermittente è ammesso per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro per un periodo complessivamente non superiore a 400 giornate di effettivo lavoro nell’arco di 3 anni solari. In caso di superamento di tale periodo, il rapporto si trasforma in un rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.

Attivazione contratto a chiamata

Per poter instaurare un rapporto di lavoro a chiamata il datore di lavoro è tenuto:

  • ad effettuare la comunicazione telematica al Centro per l’Impiego competente per territorio entro il giorno precedente l’inizio del rapporto;
  • far firmare al lavoratore il contratto di assunzione a chiamata prima dell’inizio della prestazione lavorativa;
  • prima dell’inizio della singola prestazione lavorativa o di un ciclo integrato di prestazioni non superiore a trenta giorni, il datore di lavoro è tenuto a comunicarne la durata al Ministero del lavoro inviando il modello UNI_Intermit-tenti all’indirizzo di posta elettronica intermittenti@pec.lavoro.gov.it. In caso di mancata comunicazione preventiva della chiamata tramite il modello UNI_Intermit-tente, la SANZIONE AMMINISTRATIVA è pari ad un importo compreso tra Euro 400,00 ed Euro 2.400,00 per ciascun lavoratore per il quale è stata omessa la comunicazione.

La comunicazione preventiva di chiamata del lavoratore può essere modificata o annullata attraverso l’invio di una comunicazione prima dell’inizio della prestazione o se il lavoratore non si presenta, entro le 48 ore successive (Circ. M. L. 20/2012). Nel caso in cui la comunicazione già inviata non venga modificata o annullata, la prestazione lavorativa è da ritenersi effettuata ed il datore di lavoro è tenuto al pagamento della retribuzione e dei contributi.

Retribuzione

Il lavoratore intermittente, per i periodi lavorati ed a parità di mansioni svolte, deve ricevere il trattamento economico previsto dal CCNL applicato.
Il trattamento economico, normativo e previdenziale del lavoratore intermittente è riproporzionato in ragione dell’effettiva prestazione lavorativa eseguita, in particolare per quanto riguarda l’importo della retribuzione globale, nonché delle ferie e dei trattamenti per malattia, infortunio e congedo di maternità e parentale.

Divieti di utilizzo del lavoro a chiamata

È vietato il ricorso al lavoro intermittente nei seguenti casi (art. 14 D.Lgs. 81/2015):

  • sostituzione di lavoratori in sciopero;
  • presso unità produttive nelle quali si è proceduto nei sei mesi precedenti a licenziamenti collettivi che hanno riguardato lavoratori adibiti alle stesse mansioni a cui si riferisce il contratto di lavoro intermittente;
  • presso unità produttive nelle quali sono operanti sospensioni del lavoro o riduzione dell’orario in regime di cassa integrazione guadagni che interessano lavoratori adibiti alle mansioni a cui si riferisce il contratto di lavoro intermittente;
  • se il datore di lavoro non ha effettuato la valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs.81/2008 e s.m.i.

Computo del lavoratore intermittente (art. 18 D.Lgs.81/2015)

Ai fini dell’applicazione di qualsiasi disciplina di fonte legale o contrattuale, il lavoratore a chiamata è computato nell’organico aziendale in proporzione all’orario di lavoro effettivamente svolto nell’ambito di ciascun semestre.

 

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SCHEDA DEL LAVORO A CHIAMATA

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Lavoro a chiamata

 

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