Licenziato il dipendente che si fa timbrare il cartellino
Il caso ha riguardato un lavoratore che si faceva timbrare il cartellino di presenza dai colleghi per il tempo necessario per parcheggiare ed entrare in ufficio. Licenziato. La Cassazione ha confermato tale decisione, in quanto i giudici hanno posto il punto della perdita del rapporto fiduciario, che ha permesso l’irrogazione della massima sanzione, nella reiterazione, non episodica, della condotta truffaldina di farsi timbrare il cartellino da un collega e non nel ritardo di entrata effettiva nel posto di lavoro.
(Cassazione, Ordinanza n. 10239/2023)
Lavoratore che durante la malattia compie azioni inadeguate alla pronta guarigione, licenziamento legittimo
Legittimo il licenziamento del lavoratore che – in malattia – esegua attività o movimenti che possano pregiudicare la guarigione. I giudici hanno stabilito che in questo caso viene meno l’elemento della fiducia che deve stare alla base del rapporto tra datore e prestatore.
Specificando che spetta al lavoratore l’onere della prova della suddetta pregiudicabilità.
Nel merito, la Corte ha accertato, sulla base di investigazioni private datoriali nell’arco temporale contestato, come il lavoratore, nel periodo di malattia abbia tenuto comportamenti critici: andare in scooter, in moto, effettuare scarico e carico di scatoloni, spazzamento del marciapiedi antistante l’esercizio commerciale intestato ai familiari, montaggio con altri di un portabagagli sulla propria vettura.
(Cassazione, Ordinanza n. 12994/2023)