Le caratteristiche dell’imprenditore artigiano sono lo svolgimento del proprio lavoro, anche manuale
• personalmente;
• professionalmente;
• in qualità di titolare;
• con l’assunzione del rischio d’impresa.
È considerata artigiana l’impresa che, esercitata dall’imprenditore artigiano , abbia per scopo prevalente lo svolgimento di un’attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi, escluse le attività agricole e le attività di prestazione di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione dei beni o ausiliarie di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, salvo il caso che siano solamente strumentali e accessorie all’esercizio dell’impresa.
L’impresa artigiana può essere costituita in forma di società – anche cooperativa – a condizione che la maggioranza dei soci (uno nel caso di soli due soci), svolga in prevalenza lavoro personale, anche manuale, nel processo produttivo e che nell’impresa il lavoro abbia una funzione di prevalenza rispetto al capitale. In particolare, nelle società a responsabilità limitata la maggioranza dei soci lavoratori deve detenere anche la maggioranza del capitale sociale e degli organi deliberanti della società.
Nelle società in accomandita semplice ciascun socio accomandatario deve essere in possesso dei requisiti tipici dell’imprenditore artigiano e non sia unico socio di società a responsabilità limitata o sia socio di altra società in accomandita semplice.
Non possono essere considerate artigiane le imprese costituite in forma di Società per Azioni o di Società in Accomandita per Azioni.
L’impresa artigiana deve essere iscritta all’apposito albo tenuto presso le competenti Camere di Commercio e deve rispettare precisi limiti occupazionali:
a) per l’impresa che NON lavora in serie: un massimo di 18 dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 9; il numero massimo dei dipendenti può essere elevato fino a 22 a condizione che le unità aggiuntive siano apprendisti;
b) per l’impresa che lavora in serie, purché con lavorazione non del tutto automatizzata: un massimo di 9 dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 5; il numero massimo dei dipendenti può essere elevato fino a 12 a condizione che le unità aggiuntive siano apprendisti;
c) per l’impresa che svolge la propria attività nei settori delle lavorazioni artistiche, tradizionali e dell’abbigliamento su misura: un massimo di 32 dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 16; il numero massimo dei dipendenti può essere elevato fino a 40 a condizione che le unità aggiuntive siano apprendisti. I settori delle lavorazioni artistiche e tradizionali e dell’abbigliamento su misura saranno individuati con decreto del presidente della Repubblica, sentite le regioni ed il Consiglio nazionale dell’artigianato;
d) per l’impresa di trasporto: un massimo di 8 dipendenti;
e) per le imprese di costruzioni edili: un massimo di 10 dipendenti, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 5; il numero massimo dei dipendenti può essere elevato fino a 14 a condizione che le unità aggiuntive siano apprendisti.
Ai fini del calcolo dei limiti dimensionali di cui sopra:
1) non sono computati per un periodo di due anni gli apprendisti passati in qualifica ed in forza alla ditta artigiana;
2) sono computati i familiari dell’imprenditore, ancorché partecipanti all’impresa familiare, che svolgano la loro attività di lavoro prevalentemente e professionalmente nell’ambito dell’impresa artigiana;
3) sono computati, tranne uno, i soci che svolgono il prevalente lavoro personale nell’impresa artigiana;
4) non sono computati i portatori di handicap, fisici, psichici o sensoriali;
5) non sono computati i lavoratori a domicilio sempre che non superino un terzo dei dipendenti non apprendisti occupati presso l’impresa artigiana;
6) sono computati i dipendenti qualunque sia la mansione svolta.