La comunicazione può essere un’arma di manipolazione

Ha avuto luogo con grande partecipazione di pubblico, giovedì 24 novembre scorso presso la Sala Alba dell’Associazione Commercianti Albesi, il convegno “Comunicazione manipolatoria – Come difendersi sul lavoro, in famiglia, nella coppia”.

Alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha assunto particolare significato la serata organizzata dal Gruppo Terziario Donna in collaborazione con ACA, su un tema che riguarda in generale i soggetti più fragili della società, non esclusivamente quindi la platea femminile ma anche, ad esempio, i ragazzi: molto spesso, dal mancato riconoscimento di segnali apparentemente innocui hanno origine comportamenti che compromettono le relazioni tra le persone, nel rapporto genitori-figli, nel rapporto di coppia, nel luogo di lavoro. Dall’esacerbarsi di situazioni distorte nascono il degrado e la violenza.

L’incontro ha visto protagoniste la psichiatra e neuropsichiatra infantile Patrizia De Rosa, la mediatrice famigliare e consulente in sessuologia Nicoletta Musso e la psicologa Alessandra Borgogno. Tra gli ospiti partecipanti, anche il direttore del Consorzio socio assistenziale Alba Langhe Roero Marco Bortoluzzo, la garante per i diritti dei disabili per il Comune di Alba Orsola Bonino, la direttrice delle case di detenzione di Alba e Saluzzo, Giuseppina Piscioneri. Numerose le interazioni con il pubblico che ha gremito la sala, segno dell’interesse per un tema purtroppo molto attuale e sentito.

Questione di linguaggio

Il convegno ha scandagliato ancora una volta il contesto sociale, attraverso un caleidoscopio di problematiche comuni vissute da moltissime persone. I maltrattamenti verbali, gli atteggiamenti persecutori, il linguaggio allusivo, l’insinuazione ed altri aspetti della comunicazione, se non identificati e contrastati, generano violenza fisica e psicologica, fino talvolta alle conseguenze estreme, di cui il femminicidio e l’esempio più drammatico e clamoroso.

Le istituzioni e le associazioni-sentinella presenti sui territori, insieme alle forze dell’ordine, cercano da anni di arginare i fenomeni violenti, anche attraverso innumerevoli campagne di sensibilizzazione, in particolare orientate a favorire la denuncia da parte delle vittime. Ma senza compiere il percorso a ritroso per tornare alla genesi del problema, le armi di chi tenta una difesa dei più fragili risultano spuntate e scarsamente efficaci.

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