INTERVISTA A CIRIO: IL PIEMONTE RIPARTE, ECCO CON QUALI RISORSE

Alberto Cirio ricorderà gli ultimi mesi come il periodo probabilmente più complesso della sua carriera politica. L’emergenza sanitaria ed economica causata dal Covid-19 ha messo a dura prova la macchina regionale ed il Piemonte è stato a lungo un osservato speciale.
Ora che la fase della ripartenza è arrivata, abbiamo posto al governatore alcune domande.

Presidente Cirio, con la sua Giunta sta lavorando al disegno di legge “Riparti!Piemonte”, studiato per garantire aiuti concreti soprattutto alle attività che sono state più a lungo ferme a causa dell’emergenza Covid-19.
Quali sono i tempi di approvazione della legge?
«Abbiamo chiesto al Consiglio regionale di approvare il nostro Piano con la massima urgenza, in modo da renderlo operativo entro maggio. Conterrà anche norme per eliminare vincoli e cavilli burocratici che possono ritardare l’arrivo delle risorse. Sappiamo che stiamo dando risorse pubbliche alle persone giuste, a un tessuto imprenditoriale che ha bisogno di liquidità e che vuole ripartire. Per sostenere la ripartenza dopo il Covid abbiamo praticamente riscritto il Piano della Competitività che eravamo pronti a presentare poco prima che scoppiasse l’emergenza. Era stato pensato per avere una ricaduta su un paio d’anni, ma lo abbiamo riprogettato affinché possa essere efficace nel giro di pochi mesi. Mettiamo in campo oltre 800 milioni di risorse nuove, che arrivano dalla rimodulazione dei fondi europei e dalle casse regionali, senza alzare in alcun modo la pressione fiscale».

Nel decreto è contenuta la misura denominata Bonus Piemonte. In che cosa consiste nel dettaglio?
«Il Bonus Piemonte è uno dei pilastri di Riparti Piemonte. Abbiamo stanziato un contributo a fondo perduto di 2.500 euro per alcune delle attività più colpite dalla chiusura di questi due mesi: bar, ristoranti, agriturismo, gelaterie e pasticcerie, ma anche parrucchieri e centri estetici. Abbiamo previsto un secondo bonus da 1.500 euro per gli ambulanti dei mercati che hanno subito il blocco totale dell’attività. Parliamo di oltre 116 milioni di euro che andranno a sostenere oltre 60 mila realtà del nostro Piemonte, inclusi i negozi al dettaglio e le altre categorie del commercio colpite dal lockdown. È un aiuto per ripartire e una misura analoga è stata prevista anche per le strutture ricettive e il mondo del turismo».

Qual è la sua percezione del sistema economico piemontese in questo momento?
«La percezione è di una regione e un Paese che hanno bisogno di ripartire e “Riparti Piemonte” è stato concepito in questo periodo emergenziale proprio con una finalità di pronto intervento e supporto alla liquidità delle imprese e delle famiglie piemontesi. Ma accanto agli oltre 800 milioni di euro di questo piano shock, ne abbiamo previsti altri 400 per sostenere la competitività delle nostre imprese con misure di medio e lungo periodo che sono irrinunciabili e strategiche per il futuro del nostro territorio. Come Regione stiamo facendo in modo di integrare e colmare le azioni non previste al momento dal Governo, ma abbiamo bisogno di un grande Piano Marshall per l’economia italiana e di mettere in quarantena la burocrazia. Per questo abbiamo chiesto a Roma procedure speciali, facili e immediate. Dobbiamo far ripartire i cantieri. Serve, ad esempio, un Commissario per l’Asti-Cuneo, come è stato per la ricostruzione a Genova del Ponte Morandi».

Quali prospettive vede per il turismo, il comparto probabilmente più colpito in assoluto dalle limitazioni agli spostamenti?
«La parola “ripartire” nel caso del turismo ha un doppio valore perché esprime il bisogno di questo comparto di tornare alla propria attività come per tutti i settori economici, ma rimanda anche a uno dei momenti più belli della vita, di cui tutti sentiamo oggi più che mai il desiderio: quello di viaggiare. Quando potremo tornare a farlo, ci auguriamo molto presto, il Piemonte avrà come sempre da offrire la sua straordinaria bellezza ed eccellenza. Per questo abbiamo confermato per l’autunno alcuni degli eventi simbolo della nostra terra come la Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba e ci prepariamo a lanciare una grande campagna di promozione del nostro territorio, nazionale e internazionale». 

Esistono misure specifiche allo studio per aiutare il turismo a risollevarsi?
«In Riparti Piemonte abbiamo previsto oltre 34 milioni di euro per sostenere il settore turistico. Oltre a uno specifico stanziamento del Bonus Piemonte per sostenere con un contributo a fondo perduto le strutture ricettive colpite da questi mesi di chiusura e aiutarle anche ad affrontare le spese di adeguamento per le misure anti Covid. Interverremo su tutta la filiera, incluse le guide turistiche. Investiremo anche 10 milioni di euro per la promozione e commercializzazione della nostra offerta turistica e lanceremo il voucher “Estate in Piemonte”, con cui regaleremo una notte di pernottamento a chi sceglierà di prenotare le proprie vacanze sul nostro territorio».

Ospedale di Verduno: quale è stata la sua reale utilità durante la fase più acuta dell’emergenza e in quali tempi lo vedremo operativo come ospedale di territorio?
«In un momento di grande emergenza in cui una delle priorità maggiori era decongestionare i reparti dei nostri ospedali dai pazienti Covid per poter dare soccorso anche agli altri pazienti, Verduno ha rappresentato una risorsa preziosa per tutto il Piemonte, con 50 posti letto che hanno permesso di liberare spazio in altri ospedali della nostra regione. Con la stessa logica abbiamo dato vita a Torino all’area sanitaria delle Ogr, che ospita anch’essa pazienti in via di guarigione. Ora che la situazione d’emergenza è superata Verduno può diventare l’ospedale d’eccellenza del nostro territorio.

Gestire un’emergenza sanitaria di questa portata è qualcosa di inatteso per qualunque amministratore pubblico. Come ha vissuto e sta vivendo questo momento dal punto di vista umano?
«Nessuno di noi era preparato ad affrontare ciò che stiamo vivendo, a livello personale, sociale e lavorativo. Combattere il coronavirus non solo da persona normale che ha vissuto anche l’esperienza del contagio, ma da presidente di una Regione come il Piemonte significa mettere in campo tutte le energie possibili, quelle che sapevi di avere e anche quelle che non conoscevi di te stesso. Io le ho scoperte dentro di me e le ho viste tirare fuori a tutti i piemontesi. Questa battaglia non è ancora finita e la vinceremo solo restando uniti e lavorando insieme. So che non è facile. Che il sacrificio è stato grande. Ma la nostra terra ha nel suo dna una forza straordinaria. Era il 1994. Abbiamo imparato che la vita può metterti in ginocchio. Ma non c’è alluvione, o virus, che potrà mai portarci via la dignità e la forza di ricostruire». 

 

 

 

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