Ugo Arnulfo è sindaco di Dogliani dal 28 maggio 2019.
Come tutti i primi cittadini, è stato particolarmente coinvolto dall’emergenza Covid-19, avendo la responsabilità della salute dei cittadini e dell’organizzazione dei servizi alla collettività, non ultimo la scuola, la cui partenza è stata affrontata proprio nei giorni scorsi.
Il carattere di un paese e dei suoi amministratori si esprime anche nella capacità di superare gli ostacoli: a inizio settembre, Dogliani è una delle realtà che non hanno rinunciato ad eventi importanti, come il Festival della Tv e dei Nuovi Media, che pur nel rispetto di tutte le normative di sicurezza anti Covid, ha portato sul territorio personalità della televisione, del giornalismo, dello spettacolo e della cultura, dando vita ad un’edizione sì ridotta ma non meno intensa ed apprezzata.
Al sindaco del centro einaudiano abbiamo rivolto alcune domande che ci aiutano a comprendere le problematiche dell’ultimo periodo e il clima che si respira nella ridente cittadina al confine tra albese e monregalese.
Negli ultimi mesi l’emergenza sanitaria ha creato enormi difficoltà, soprattutto a chi opera con turisti provenienti da tutto il mondo e si trova oggi privato di questa importantissima platea.
Quali le ripercussioni a Dogliani per il turismo, il commercio e l’indotto vinicolo?
«Certamente l’emergenza di questi ultimi mesi ha messo molto in difficoltà tutto l’apparato produttivo e turistico italiano, e di riflesso quello del Piemonte. Dogliani stesso ha subito le stesse pesanti ripercussioni. Fortunatamente dopo il lockdown è ripartito un nuovo flusso turistico, mutato rispetto alle nazionalità di provenienza dei turisti a cui eravamo abituati. Si è trattato di un turismo molto più di prossimità, con un raggio di alcuni centinaia di km, più italiano ed europeo, relativamente a quei Paesi che hanno avuto delle aperture e della mobilità, con la scomparsa purtroppo dei turisti di oltre Oceano. Ciononostante si sono registrate affluenze importanti grazie alla varietà dei nostri paesaggi, alla crescente ricerca di vacanze immerse nella natura e nel verde e alle innumerevoli opportunità enogastronomiche che il territorio offre. Questo ci ha permesso di recuperare in parte quanto perso durante i mesi di chiusura e ha dato un po’ di ossigeno anche al mondo vitivinicolo, che purtroppo però rimane sempre senza una fetta importante di export».
Quali iniziative concrete ha attivato il Comune per sostenere le attività, durante il difficile periodo dell’emergenza sanitaria?
«Il Comune, per cercare di alleggerire il difficile momento, ha messo in campo una serie di iniziative per venire incontro alle attività commerciali e produttive: eliminazione della tassa del suolo pubblico per i dehors e possibilità di maggiore ampliamento, riduzione della TARI e in alcuni casi l’eliminazione della stessa, così come stessa cosa per la tassa sulla pubblicità. Quando è stato possibile abbiamo favorito l’organizzazione di eventi in sicurezza per garantire affluenza di persone per incentivare il commercio».
Quale messaggio vuole dare agli imprenditori che aprono un’attività o che resistono nella loro impresa?
«Negli ultimi tempi a Dogliani non hanno aperto nuove attività, ma l’obiettivo dell’Amministrazione è di operare per garantire l’operatività di tutte quelle esistenti. Oggi occorre essere pragmatici e pensare al futuro con più ottimismo, preparandosi a cogliere al volo le opportunità che nasceranno dalla riconquistata normalità».
Dopo oltre un anno da sindaco, come vede il futuro e lo sviluppo del paese e quali progetti state pianificando?
«Sono passati quindici mesi dalla mia elezione a sindaco, e nessuno poteva immaginare quanto intensi, drammatici e pieni di incognite potessero essere questi ultimi sei mesi dell’era Covid. Tutta l’attività amministrativa è stata un vortice in cui non abbiamo avuto un attimo di tregua. Oggi, mentre stiamo lavorando verso una nuova normalità, prevedo buone prospettive per Dogliani sia in ambito turistico-ricettivo ed enogastronomico che culturale. Gli assett ci sono: siamo a due passi dalla zona UNESCO e abbiamo una grande varietà paesaggistica, siamo zona di produzione di un vino di eccellenza che porta il nome del nostro Comune, abbiamo illustri concittadini a partire dal presidente Luigi Einaudi e siamo il paese natale di Michele Ferrero, lungimirante imprenditore e fondatore dell’omonima azienda, abbiamo due centri storici, il Castello, nella parte alta del paese e Dogliani Borgo, nella parte bassa, racchiuso tra due porte medievali, e inoltre Dogliani è un centro riconosciuto a livello internazionale per l’architettura neogotica dello Schellino che ha caratterizzato il tessuto urbanistico del paese. Stiamo lavorando e progettando su questi filoni tematici».
Che cosa chiede alle istituzioni sovraordinate che – ritiene – sia indispensabile al suo come ad altri comuni del territorio per “ripartire” (infrastrutture… internet veloce… altro)?
«Alle istituzioni non chiedo nulla di particolare: soltanto di poter lavorare con meno burocrazia e balzelli inutili, magari di provare a pensare di togliere o ridurre l’IVA ai Comuni. Il Comune è una azienda che genera servizi per la popolazione, ritengo che per fare questo sia assurdo dover pagare una tassa sul valore aggiunto. Queste genererebbe liquidità per i Comuni che potrebbero spendere e investire direttamente su e per il territorio».
Il sindaco Arnulfo tra il famoso deejay Linus e il conduttore televisivo e radiofonico Nicola Savino al recente Festival della Tv e dei Nuovi Media