DALLA REGIONE 7 MILIONI DI EURO PER LE MPMI PIEMONTESI

 

L’assessore Elena Chiorino ha la responsabilità di un comparto strategico per la Regione Piemonte, particolarmente sotto pressione in tempo di emergenza Covid-19: il Lavoro.
Con grande disponibilità, pur in momenti di impegno particolarmente gravosi, ha trovato il tempo di rispondere ad alcune domande che possono essere di interesse per le imprese che fanno riferimento all’Associazione Commercianti Albesi.

Assessore, abbiamo appreso che la Giunta regionale ha definito un provvedimento molto importante a sostegno del credito alle imprese, che stanno attraversando un periodo straordinariamente grave a causa della chiusura forzata per il coronavirus. Di che cosa si tratta, esattamente?

«Abbiamo messo a disposizione 7 milioni di euro per sostenere le micro, piccole e medie imprese e i lavoratori autonomi. Si tratta di una scelta importante, tesa a sostenere anche quella parte, molto importante, del nostro tessuto produttivo per troppo tempo dimenticato e lasciato a se stesso. La misura supporta infatti l’accesso al credito alle cosiddette MPMI, comprese le imprese di autoimpiego dei commercianti e degli artigiani senza dipendenti e dei lavoratori autonomi, consentendo di far fronte agli oneri che i soggetti beneficiari sostengono per ottenere finanziamenti a fronte di esigenze di liquidità connesse all’attività di impresa e di lavoro autonomo. A tal proposito ritengo fondamentale che il contributo concesso sia a fondo perduto: si tratta di un supporto concreto e tangibile per imprese e autonomi che hanno, in questo particolare momento, una grande necessità di liquidità». 
 
In quali tempi questo provvedimento diventerà concreto e fruibile da parte delle imprese?

«Dopo l’approvazione del provvedimento da parte della Giunta, stiamo lavorando alacremente per accelerare il più possibile i tempi imposti dalla burocrazia per mettere a punto tutta la procedura tecnica e contiamo già, nelle prossime settimane, di rendere pienamente operativo il provvedimento».
 
Ci sono altre linee di intervento che riguardino le Pmi, ad esempio quelle con meno di 50 dipendenti?

«Dall’inizio di questa emergenza abbiamo lavorato, e stiamo tuttora lavorando, affinché nessuno venga lasciato indietro. Proprio dal Piemonte è partita la richiesta di Cassa Integrazione in Deroga per tutti i lavoratori, nessuno escluso. E per le piccole imprese e i lavoratori autonomi sono allo studio nuove misure, come quella, che verrà approvata prossimamente, relativa alla possibilità di accedere allo strumento del microcredito, proprio per far fronte ancora a quell’esigenza di liquidità di cui dicevamo prima. Quando si tratta di tutelare imprese e lavoratori non ci siamo mai tirati indietro e oggi, a maggior ragione, il nostro sforzo è massimo, così come lo sarà in futuro».

In ragione della competenza su un’altra materia cruciale che riguarda il lavoro, vale a dire la Formazione Professionale, le chiediamo quali siano i provvedimenti in corso o in prospettiva per supportare le imprese che si preparano alla “ripartenza”.
È possibile fornire una formazione mirata anche per gruppi minimi di addetti?

«Ritengo che non solo sia possibile, ma fondamentale. Non ho mai smesso di  credere e di puntare moltissimo sulla formazione e, oggi più che mai, penso che si debba andare proprio in quella direzione. Dobbiamo offrire tutto il supporto possibile alle nostre imprese, non solo per recuperare il terreno perduto, ma per consentire loro uno slancio in avanti. In questo contesto uno degli strumenti su cui puntare è proprio la formazione, che deve essere strettamente connessa anche all’innovazione. Affiancando e aiutando le aziende, come faremo attraverso la misura grazie alla quale saremo in grado di mettere a disposizione consulenti esperti, pagati dalla Regione, a supporto delle PMI per portare il loro know how e aiutarle anche nella fase della ripartenza e del rilancio».

La Regione sta valutando di finanziare l’adeguamento da parte delle aziende alle normative anti-Covid-19 su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché la formazione degli addetti incaricati sia per le nuove misure che per quelle già precedentemente in essere?

«Certo che sì. Anche perché è importante che si riparta il più in fretta possibile, nel rispetto, ovviamente, di tutte le norme di sicurezza per i lavoratori. L’emergenza coronavirus ha messo a dura prova il sistema produttivo piemontese, con rischi di gravi ripercussioni a livello occupazionale. La salute delle persone è la nostra priorità assoluta, ovviamente, così come anche quella delle imprese, dei lavoratori e delle loro famiglie. Non credo che le due cose siano incompatibili. Per questo credo che le aziende che già oggi sono in grado di garantire tutti i più elevati standard di sicurezza per il personale debbano essere messe nelle condizioni di poter ripartire. E la Regione deve stare loro vicino in questa fase, ascoltando le istanze e lavorando per semplificare al massimo le procedure, in modo da eliminare quegli ostacoli burocratici che, da sempre, le aziende stesse evidenziano come il principale freno alla loro crescita».

Saranno previste misure di politica attiva del lavoro a sostegno delle persone che hanno perso l’occupazione in seguito all’emergenza sanitaria Covid-19, che permetteranno il ricollocamento delle stesse?

«La situazione è sotto gli occhi di tutti. È evidente che i dati diventano ogni giorno più drammatici e preoccupanti. Troppe aziende rischiano di non farcela e troppi lavoratori, di conseguenza, potrebbero perdere il posto. Ogni giorno che passa le nostre imprese, al momento inattive, perdono quote di mercato, non producono Pil, non creano posti di lavoro. A fronte di un quadro così complesso serviranno misure eccezionali, politiche attive straordinarie e imponenti: ecco perché in questa fase mi aspetto massima collaborazione da parte del Governo. Sia per quanto riguarda gli stanziamenti economici, sia per quanto riguarda le politiche attive di ampio respiro, che possano essere attivate con rapidità ed efficacia».­­­

 

REGIONEPIEMONTE

 

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