Asti-Cuneo, tortura infinita: territorio pronto ad agire

La vicenda dell’Asti-Cuneo contribuisce in queste settimane a surriscaldare gli animi degli amministratori locali e di tutta la cittadinanza.

Si susseguono le prese di posizione di politici e sindaci, in un crescendo di rabbia e indignazione e dichiarazioni di prossime azioni eclatanti se l’esito non sarà a breve la conclusione dell’A33.
Tutto è scaturito dalle dichiarazioni del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che adombrano modifiche “concettuali” all’ultimazione dell’autostrada. Secondo il titolare del dicastero, benché con il precedente governo si sia giunti alla definizione di un contesto favorevole alla conclusione del tracciato – dopo aver incassato l’autorizzazione Ue a prolungare le concessioni ed applicare il cross financing tra autostrade diverse – occorre una revisione dell’impianto primigenio del progetto: non più autostrada ma tratto di superstrada a collegare Roddi e Cherasco, il famoso lotto 2.6 già trasformato sotto la gestione Delrio in viadotto in luogo del costoso tunnel ed oggi potenzialmente “derubricato” a strada a scorrimento veloce ma non più autostrada.

Inaccettabile per l’eurodeputato Alberto Cirio che nei giorni scorsi ha convocato una riunione a Cherasco con gli amministratori locali (presenti anche i deputati Perosino e Taricco, il presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna e l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco e il vice presidente del Consiglio regionale Graglia). Anche i sindaci di Alba Maurizio Marello e di Bra Bruna Sibille, insieme a Borgna, si erano fatti sentire chiedendo chiarezza, prima ancora il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino aveva chiesto – invano – di essere ricevuto dal ministro sul tema Asti-Cuneo e su tutte le altre questioni infrastrutturali – dalla Tav al Terzo Valico – che la parte pentastellata del governo oggi mette pesantemente in forse.

TONINELLI RICEVE
Mentre pare che il prossimo 4 settembre il ministro Toninelli riceverà una delegazione di amministratori piemontesi, sul territorio non si placa il malanimo. Dai cittadini alle imprese, tutti si dichiarano disgustati dall’intera vicenda dell’autostrada Asti-Cuneo, i cui 9 chilometri centrali, che attraversano uno dei territori più virtuosi ed economicamente forti del Nord Ovest, non si completano a causa del solito sconcertante approccio all’italiana: veti incrociati, furia iconoclasta verso le scelte di chi ha governato in precedenza, burocratizzazione esasperata, interessi di parte, posizioni ideologiche.

Difficile comprendere dove si andrà a parare: il governo a trazione Lega-M5S evidenzia quotidiane discrasie su vari temi, in primis sulla materia infrastrutturale. Da un lato la Lega spinge per completare opere sul cui blocco i pentastellati hanno impostato gran parte della campagna elettorale.

La sola via d’uscita possibile sarebbe – utopia! – che la politica lasciasse per una volta spazio al buon senso in luogo dell’ideologia: l’Italia si può forse permettere di lasciare incomplete opere epocali? Il nostro Paese può permettersi di condurre politiche ristrette e confinate, al di fuori del contesto europeo o mondiale?

Anche l’Associazione Commercianti Albesi, individualmente e quale soggetto coordinatore del Tavolo delle Autonomie (che riunisce 73 comuni e 13 realtà private), sollecita la conclusione dell’opera senza ulteriori indugi.

In attesa di buone notizie, si confida che la pausa agostana porti consiglio a chi attualmente ha in mano le sorti del Paese.

 

 Photo credit: Severino Marcato

 

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