I cosiddetti “fondi Crosetto”, 24 milioni e 750 mila euro destinati ad interventi di viabilità complementari all’autostrada Asti-Cuneo nel cuneese, sono stati sbloccati. Lo ha comunicato ufficialmente il Ministero dell’ Infrastrutture e dei trasporti.
Una notizia che si attendeva da tempo per una vicenda di quelle che – a lungo rimaste imbrigliate nei meandri della burocrazia statale – hanno alimentato rabbia e polemiche, per l’incapacità del territorio di cogliere una grande opportunità: dotarsi di infrastrutture vitali.
Le risorse sono diventate “utilizzabili”, grazie al lavoro congiunto di Provincia di Cuneo, Comune di Alba e gli altri comuni coinvolti, con il supporto del senatore Marco Perosino. I fondi furono messi a disposizione nella Legge Finanziaria 2006 con scadenza nel 2021, grazie all’intervento dell’allora deputato marenese Guido Crosetto.
Il contributo è vincolato alla realizzazione di quattro interventi in tre comuni:
• ad Alba il terzo ponte sul fiume Tanaro e collegamenti (12.000.000 euro);
• a Cherasco la variante all’abitato (7.549.800 euro);
• a Bra il sottopassaggio Bergoglio (3.000.000 euro) e la variante di Pollenzo (2.200.200 euro).
Per quanto riguarda il terzo ponte di Alba, un tassello cruciale per tutta la viabilità a est della città – anche in vista del raccordo con la A33 – i fondi Crosetto non bastano: da tempo infatti il Comune lavora al reperimento di nuove risorse per integrare la somma e raggiungere i circa 28 milioni di euro che consentirebbero (stando ad uno studio di fattibilità comunque datato 2010) di realizzare le opere complementari al ponte di qua e di là dal Tanaro.
Sbloccare i fondi Crosetto, fino ad un certo punto spariti dai radar e dati addirittura per perduti, è costato due anni di lavoro, che sono serviti a intraprendere una procedura complessa.
TEMPI STRETTISSIMI
Il progetto di Cherasco è appaltabile e gli altri tre devono ripartire quanto prima. Anche perché il tempo stringe, i fondi vanno utilizzati entro il 2021.
È dubbio, tuttavia, se questa deadline si riferisca all’opera completata o all’avvio delle procedure per realizzarla, o, ancora, ad una specifica fase progettuale.
Nella prima ipotesi, l’unica opera che può sperare di essere completata è la variante di Cherasco, mentre per le altre si ripone la speranza in una proroga, tuttavia difficile da pretendere a 14 anni dallo stanziamento.