L’OSPEDALE “FERRERO” È REALTÀ: ORA LA SFIDA È RAGGIUNGERLO

Dopo il clamore generato dall’emergenza sanitaria e la conversione temporanea del colosso di Verduno in “Covid hospital”, quasi in sordina l’ospedale di Verduno sta diventando a tutti gli effetti il “nostro ospedale” di territorio.

Il trasferimento dei reparti dagli ospedali San Lazzaro di Alba e Santo Spirito di Bra è ampiamente avviato e nelle intenzioni dell’Asl Cn2 dovrà compiersi entro luglio, quando potremo disporre del nosocomio nella sua piena operatività.

La pandemia, che ha esaltato il lavoro dei sanitari tanto quanto ha attutito il rumore di fondo del fitto lavorìo propedeutico al trasloco, ci ritrova alle prese con interrogativi ancora senza risposta. La grande incognita resta la viabilità e non solo sul fronte autostradale, con l’eterna incompiuta Asti-Cuneo ancora in ballo (come scriviamo in articolo a parte) ed il quesito sulla collocazione del casello autostradale, che significa pedaggio.

Parrebbe insopportabile, dopo un’attesa di decenni per la costruzione di un’arteria essenziale, dover pure corrispondere una gabella per potersi recare in ospedale. Dunque, gli amministratori locali sono all’opera per far tramontare questa ipotesi quantomeno bizzarra, per arrivare ad una “quadratura” del cerchio di là da venire e, nel frattempo, per organizzare i trasporti da e per l’ospedale per la popolazione cittadina, teoricamente la più favorita dalla possibilità di servirsi dei mezzi pubblici per raggiungere i servizi sanitari collocati in “periferia”. Su questo fronte, dalla città di Bra l’Agenzia della Mobilità Piemontese ha attivato un primo collegamento di bus andata-ritorno dal Movicentro al piazzale dell’ospedale “Michele e Pietro Ferrero”, con tariffa urbana anziché extraurbana, estendendo la linea 1 Bra-Pollenzo.

La città di Alba si sta parimenti organizzando, anche perché i trasporti riferiti al nosocomio dovranno essere coordinati in un unico sistema territoriale che estenda il servizio al numero maggiore possibile di cittadini, rendendo l’ubicazione dei servizi ospedalieri un po’ meno “scomodi” rispetto alle strutture integrate nel tessuto urbano.

Resta aperto il nodo della strada provinciale 7 Roddi-Pollenzo, una delle arterie più trafficate e pericolose, il cui tracciato è tristemente segnato da innumerevoli testimonianze di incidenti stradali. L’attesa di un adeguamento a spese del costruttore autostradale – come dalle intese del 2012 poi rimesse in discussione – non può più determinare la mancanza di interventi urgenti, ora che l’ospedale è aperto ed operativo. Soprattutto in vista del trasferimento del Dea (il “pronto soccorso”), Verduno dovrà essere raggiungibile velocemente e in sicurezza, soprattutto quando ad essere trasportati siano pazienti colpiti da patologie “tempo-dipendenti” (infarti, ictus ecc). La strada dovrà essere larga e sgombra – soprattutto – del traffico pensante.

 

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