ASTI-CUNEO, FORMALITÀ ASSOLTE: ORA NON CI SONO PIÙ SCUSE

Anche l’ultimo atto formale è stato compiuto affinché i lavori per il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo possano ripartire.
All’inizio del mese di novembre scorso, le controllate di Astm (gruppo Gavio, il secondo gruppo autostradale al mondo nel settore reti stradali in concessione) Satap, concessionaria dell’autostrada A4 Torino-Milano, e Asti-Cuneo hanno sottoscritto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti due nuovi Atti Aggiuntivi per regolare il finanziamento incrociato (cross financing, ndr) finalizzato al completamento dell’autostrada A33.
La firma fa seguito all’approvazione da parte del Cipe della revisione dei Piani economico-finanziari (Pef) delle due società, avvenuta lo scorso 14 maggio.
La firma del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, apposta lo scorso 2 gennaio, rende il provvedimento operativo e possibile lo sblocco dei cantieri, fermi dal 2012.

Secondo il ministro dei Trasporti Paola Demicheli, che nel dicembre 2019 aveva effettuato un sopralluogo nell’albese ed incontrato gli enti locali sul tema, i lavori riprenderanno «secondo un progetto sostenibile e in linea con le norme comunitarie».
Negli Atti Aggiuntivi, saranno realizzati da Satap investimenti per un valore totale di circa 740 milioni di euro, di cui circa 630 milioni relativi al riequilibrio e al completamento dell’autostrada Asti-Cuneo e la restante parte finalizzata al completamento degli investimenti sulla tratta di propria competenza.

Il lotto mancante della A33 è il 2.6, lungo circa 9 chilometri. I lavori riprenderanno sul secondo dei due tronchi, quello compreso tra Roddi e Verduno, in quanto già progettato e cantierabile. Il secondo tronco, quello “del moncone” per intenderci, tra Verduno e Cherasco, deve ancora essere progettato.

Restano da chiarire gli sviluppi sulle ormai leggendarie opere di compensazione, vale a dire quel gruppo di interventi del costo di circa 124 milioni di euro che il concessionario si era impegnato a realizzare allorché venne abbandonata l’ipotesi progettuale del tunnel sotto il Tanaro: l’adattamento della tangenziale di Alba (ponte strallato compreso) al traffico autostradale, la realizzazione del terzo ponte sul Tanaro e relativa viabilità di adduzione, l’ampliamento della Sp7 di Pollenzo (oggi gravata dall’ulteriore traffico da e per il nosocomio territoriale) e lo svincolo di adduzione all’ospedale di Verduno.

 

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